Comacchio è un comune in provincia di Ferrara, che probabilmente conosci per via della celebre Sagra dell’Anguilla. In realtà, il paese è famoso anche per i fenicotteri rosa e il sale.
Ti stai chiedendo cosa c’entrano i fenicotteri con il sale? Semplice. Tutto ha inizio alla Salina di Comacchio, un’area umida protetta del Parco del Delta del Po.
Cosa trovi in questo articolo
Le storie della Salina di Comacchio
Attorno alla Salina di Comacchio ci sono molte storie che si intrecciano. C’è la storia umana, fatta di guerre per il controllo del territorio e di estrazione del sale. C’è poi la storia della natura e dei cambiamenti climatici che portano alla modificazione dell’ecosistema. Infine c’è una storia molto recente: quella della salvaguardia di un ambiente e del turismo sostenibile come nuova risorsa per la zona. Queste tre storie sono indissolubilmente legate tra loro, e ora te le racconto!
La storia umana
La Salina di Comacchio sembra avere una storia molto antica, e sicuramente è sempre stata contesa per essere un importante nodo commerciale sulla “via del sale”. Le varie dominazioni, comprese Venezia e gli Estensi, se la litigarono poiché il sale faceva comodo per il pagamento di dazi. L’attività di estrazione diventò decisiva con le innovazioni introdotte da Napoleone, che diede alla Salina la conformazione che mantiene ancora oggi.
Con il Congresso di Vienna la proprietà della salina tornò alla Chiesa, sotto forma di una vera e propria attività produttiva. Dal 1882, con il passaggio della proprietà allo Stato italiano, all’interno della stessa Salina si creò una vera e propria comunità che radunava tutti i lavoratori coinvolti e le loro famiglie. Dagli anni Sessanta però le macchine sostituirono le persone. Il loro utilizzo compromise la conformazione della Salina, portando a una drastica diminuzione della produzione di sale e alla chiusura definitiva nel 1985.
Storia dell’ecosistema della Salina di Comacchio
I territori paludosi intorno a Comacchio, dove un tempo si estraeva il sale, vengono chiamati valli perché si sono formati a causa di un abbassamento del suolo (fenomeno chiamato subsidenza dagli addetti ai lavori). Il terreno si è impaludato progressivamente, ma inizialmente con acqua dolce proveniente dai fiumi vicini, in caso di allagamenti o esondazioni.
Nel corso del tempo però la costa si è avvicinata sempre di più ed è stato il mare a riempire le Valli, permettendo sì uno sviluppo economico basato sull’estrazione di sale, ma anche modificando l’ecosistema presente.
Le infrastrutture costruite per l’attività produttiva hanno in seguito modificato lo stesso territorio: gli edifici della centrale elettrica, degli uffici e tutte le strutture edili correlate sono ancora presenti e abbandonate nella zona corrispondente alla vecchia Salina. E questo di certo ha un impatto non da poco, anche se recentemente uno degli edifici è stato recuperato e adibito a piccolo museo.
Veniamo finalmente ai nostri fenicotteri rosa, per cui oggi Comacchio è famosa. Non sono certamente specie autoctone, ma purtroppo anche loro vittime dei cambiamenti climatici della nostra epoca. I fenicotteri sono giunti infatti dalla Sardegna e dalla Camargue, a seguito di lunghi periodi di siccità negli ambienti dove vivevano.
Una volta presa confidenza con le Valli di Comacchio, i volatili rosa hanno iniziato a intorbidire l’acqua bassa per procurarsi il cibo. Ciò ha dato molto fastidio alle anatre della specie fischione, che giustamente hanno deciso di spostarsi qualche decina di chilometri più in là.
La storia del turismo sostenibile
Oggi le Valli di Comacchio sono una zona umida protetta all’interno del Parco del Delta del Po. Da quando la Salina è stata abbandonata, moltissime specie animali (soprattutto uccelli e pesci) e vegetali ne hanno fatto il loro habitat, rendendola un paradiso della biodiversità. Grazie a tutte queste specie e in primis ai fenicotteri, la zona attrae molti visitatori.
La grossa sfida sta ora nel permettere un turismo che sia sostenibile, e cioè che porti uno sviluppo economico a Comacchio con vantaggi per chi vi abita. Ciò deve avvenire senza tralasciare una cura particolare verso la conservazione dell’ambiente nel massimo rispetto dell’ecosistema che lo abita.
Visitare la Salina di Comacchio
La visita alla zona che un tempo era la Salina di Comacchio è oggi possibile esclusivamente tramite visite con guide ambientali autorizzate. L’area si può visitare in bicicletta o in trenino. Personalmente ho scelto il tour in bicicletta e lo ritengo la modalità di visita meno chiassosa e invadente, più in sintonia con il luogo. In fondo, siamo solo ospiti e dovremmo entrare in punta di piedi e senza disturbare in un habitat fragile e delicato, conservato grazie all’impegno di chi se ne prende cura ogni giorno. Una cura che dovrebbe riguardare ciascuno di noi visitatori.
Da qualche anno, un’area di 4 ettari è stata adibita nuovamente a salina. Anche se utilizzata principalmente con fine ludico ed educativo, si estraggono comunque modeste quantità di sale, che sono in vendita al pubblico nei pressi della Stazione Foce, da dove partono le visite guidate.
Nella stessa località si trova anche il Bettolino di Foce, ristorante allestito nel tradizionale Casone che un tempo era un’importante stazione di pesca. Il locale è ottimo per un pranzo a base di piatti tipici comacchiesi prima delle escursioni o per un aperitivo appena scesi della bicicletta.
Un’escursione in bicicletta attraverso le Valli di Comacchio è un’esperienza da non perdere. Le bravissime guide ti sapranno spiegare la storia di quest’area nei dettagli, e ti apriranno gli occhi su tantissimi aspetti che noi visitatori spesso non consideriamo.
È semplice visitare un luogo paradisiaco come le Valli di Comacchio, pedalando tra acqua e cielo in un silenzio che è rotto solo dagli stormi di uccelli che si alzano in volo, senza pensare a nulla d’altro. Credo però che sia nostro dovere di viaggiatori andare più a fondo e crearci una consapevolezza. L’ambiente che stiamo visitando è infatti tale per una serie motivi, che vanno dai cambiamenti climatici alla semplice presenza dell’uomo.
I fenicotteri non devono diventare una mera attrazione, ma devono farci aprire gli occhi sulle cause e le conseguenze della loro presenza a Comacchio. Sono simbolo di un ecosistema da rispettare, conservare e amare.
Se ti ho incuriosito, nelle mie stories di Instagram trovi tante altre foto di Comacchio e delle sue Valli, vai a sbirciare! E se vuoi maggiori informazioni sui tour e le visite in programma, le trovi sul sito della Salina di Comacchio.
Conosci altre mete di turismo sostenibile in Italia e all’estero? Fammelo sapere, sono curiosissima di conoscere nuovi posti da andare ad esplorare nel pieno rispetto dell’ambiente e delle popolazioni che ci vivono.
A presto!
P.s. se ti piacciono le escursioni in mezzo alla natura, sicuramente apprezzerai il mio articolo sulla Diga del Gleno. L’hai già letto?