Approfittando di Sovietistan, mi sembra giusto fare coming out, anche se te ne saresti accorto presto: ho un forte interesse per tutto ciò che sta ad est dell’Italia. Traccia una riga immaginaria partendo dalla zona del Baltico e poi scendi sui Balcani, vai verso destra, tira dentro tutto ciò che finisce in -stan e fermati più o meno al confine con la Cina. Ecco, questi sono tutti luoghi che mi affascinano tantissimo.
Il fascino cresce poi di una buona percentuale nei luoghi dove è passata e poi è fallita l’Unione Sovietica, per cui ormai è inutile che mi dilunghi. Penso che sia ben chiaro il motivo per cui ho letto il libro Sovietistan di Erika Fatland, un approfondito viaggio nell’Asia Centrale di oggi.
Cosa trovi in questo articolo
L’Asia Centrale di Sovietistan
Erika Fatland con Sovietistan ci porta nelle cinque repubbliche dell’Asia Centrale che dopo la caduta del regime sovietico hanno ottenuto l’indipendenza: Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.
L’autrice crea con le sue parole un mix tra un diario di viaggio e un libro di geopolitica. Non si limita alle sue esperienze personali né alla storia recente dei Paesi che visita, ma mescola entrambi questi aspetti creando una lettura coinvolgente. Certo, bisogna essere un tantino interessati e appassionati all’argomento: se non vi importa nulla del Kirghizistan, alcune parti chiaramente rischiano di diventare noiose.
Trama
Erika Fatland racconta il suo viaggio in Asia Centrale, in quegli Stati che, a quasi trent’anni dall’indipendenza, stanno ancora cercando la loro identità. Il retaggio sovietico convive con le amministrazioni locali, i culti delle personalità dittatoriali sono portati ai limiti dell’assurdo, la ricchezza causata da gas e petrolio è solo per pochi e si scontra con la povertà estrema. Le tradizioni vivono a fianco della modernità e la Fatland le osserva rispettosamente e in maniera empatica, per poi raccontarle ai lettori.
L’autrice narra di grosse contraddizioni, di disastri ambientali ma anche sociali, di luoghi abbandonati e di città ordinate. Non mancano le descrizioni dei paesaggi immensi e soprattutto dei confini che li tagliano a metà, che in tempi sovietici non esistevano ed ora sono diventati frontiere più invalicabili che mai.
Personaggi
I personaggi che si incontrano in Sovietistan sono i più svariati, come succede in ogni viaggio che si rispetti. Ci sono le persone che fanno da guida a Erika Fatlan, quelle che la accolgono, quelle che si lamentano e quelle rassegnate. C’è anche chi è contento così, chi soffre e chi preferisce non parlare. Il personaggio migliore comunque è un bizzarro presidente che faceva il dentista e che nessuno può dire di aver mai visto cadere da cavallo. L’unico lato negativo di questo divertente personaggio, è che esiste davvero. Non spoilero, leggete il libro!
Perchè leggere Sovietistan
Consiglio questo libro innanzitutto perché mi piace molto lo “stile di viaggio” di Erika Fatland. Viaggiatrice molto flessibile, non esita ad ascoltare senza pregiudizi, a fidarsi dei suoi interlocutori, a provare svariati piatti tipici o esperienze, anche se a posteriori ne avrebbe fatto volentieri a meno. E in questo mi ricorda un po’ me stessa!
Inoltre Sovietistan è un libro unico nel suo genere perché riesce ad essere il diario di un viaggio spontaneo ma con una certa preparazione di base, non certo ingenuo. L’accurato lavoro di ricerca della Fatland si nota, decisamente.
L’autrice poi riesce a raccontare aneddoti e geopolitica con lo stesso tono semplice e a volte ironico. Tutto ciò con l’ulteriore punto a favore di parlare di luoghi che per noi europei sono ancora poco conosciuti o inaccessibili! Anche chi il Turkmenistan non sa nemmeno dove sia, a lettura ultimata può dire di averci capito qualcosina in più in quel calderone di luoghi e popolazioni.
E infine, lasciatelo dire, amo i racconti di viaggi a Est, ma non sopporto lo stile e la narrazione quasi “paternalistica” di Tiziano Terzani. Per cui non posso che consigliare la Fatland e il suo semplice osservare con umiltà.
L’autrice
Erika Fatland è norvegese e, oltre ad essere scrittrice, è antropologa. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche ma solo con Sovietistan, pubblicato nel 2014 e tradotto in tredici lingue, si è affacciata sulla scena internazionale. Nel 2015 è finita nella rosa dei migliori autori norvegesi under 35, e ha vinto il premio per il miglior libro non-fiction dell’anno. Nel 2016 Literary Europe Live l’ha considerata una delle voci emergenti più interessanti d’Europa.
Comunque io non la invidio per i suoi successi, ma per i suoi viaggi spettacolari!
Se ti piace Sovietistan…
Erika Fatland ha pubblicato un secondo libro nel 2019, dal titolo La Frontiera, dove cerca di capire la Russia osservandola dall’esterno, in un viaggio che praticamente circumnaviga il Paese passando per gli stati limitrofi. Ho scaricato l’ebook e credo che ne parlerò presto su questo blog!
Hai bisogno di altri consigli di lettura per viaggiare un pochino con la mente? Ho scritto un articolo che potrebbe fare al caso tuo per il blog de I Weekendieri. Se invece alla sconfinata Asia Centrale preferisci i Balcani, ti potrebbe piacere Vergine Giurata di Elvira Dones che parla di una ragazza costretta a diventare uomo per via del Kanun albanese.
Hai altri libri da consigliarmi sull’Asia Centrale, o vuoi contestare la mia avversione a Terzani? Contattami!
A presto con altri consigli di lettura!
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