Linificio Canapificio Nazionale di Fara Gera d’Adda. Storia e memoria

linificio canapificio fara

Il cielo è inondato di quella luce fastidiosa che si riflette sulle nuvole e ferisce lo sguardo dietro gli occhiali da sole. È un ottobre strano, un sabato sei al mare in camicia e quello dopo hai aggiunto due strati, necessari per tenere lontana l’umidità dell’Adda. “Non correre, siamo in orario” ma io nemmeno sento, ho fretta di arrivare per trovare ancora posto alla visita guidata. Non capita mica tutti i giorni di visitare il Linificio Canapificio di Fara Gera d’Adda.

Il Linificio Canapificio di Fara

Nel 1873 Andrea Ponti fondò la società Linificio Canapificio Nazionale, che riuniva le strutture di Fara, Cassano e Villa d’Almè. Ogni stabilimento aveva la sua produzione specifica.

Prendo un appunto – Lino Bellora – forse il nome di un personaggio determinante nella storia del Linificio? Mi contraddicono subito le parole di Antonio, che qui ha lavorato come operaio: “Eh, qui a Fara facevamo il lino Bellora, è un tipo di lino pregiato, mica una cosa da poco!” dice, soffocando l’orgoglio in un colpo di tosse.

A Cassano facevano le corde, ed ecco spiegato come mai il razionalista Dopolavoro del paese, che è ancora un ottimo posto per una birra in estate, ha la forma di una nave.

gera d'adda

Vita al Linificio

“La costruzione del Linificio qui ha cambiato tutto”, prosegue Antonio, guida volontaria del FAI per questa giornata straordinaria di aperture. Mi immagino un paese contadino fatto di cascine sparse e corti polverose, che si trasforma di anno in anno insieme all’economia della zona.

gera d'adda

Il nuovo villaggio operaio è fatto di paláss, case di ringhiera dotate di acqua corrente e servizi igienici, e palasú, con appartamenti che avevano addirittura il bagno con la vasca. Sorge anche un Convitto, per le operaie che arrivano da fuori paese e mi immagino destinatarie di occhiate diffidenti di alcuni autoctoni in quanto fürestere.

La vita di molti lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie non dipende più dal raccolto ma dalla quindesada (la paga al 15 del mese) e dalle marchette per comprare il pane alla cooperativa. I giorni di malattia non sono più tempo perso, ma vengono pagati dalla società di mutuo soccorso, anche se a Bergamo forse fatichiamo ancora a curarci stando con le mani in mano.

Benessere diffuso, insomma, che guardato con il senno di poi sembra per certi versi l’inizio dei mali del mondo contemporaneo.

linificio Canapificio fara

Successo e declino

Torniamo però indietro, all’apice del successo del Linificio Canapificio Nazionale. Con un’estensione di 100 mila metri quadri, la presenza di 19200 fusi e 2000 operai, nei tempi d’oro è stato lo stabilimento tessile più grande d’Europa.

Nel 1895 è stata costruita anche la centrale idroelettrica, ed è qui che mi trovo mentre Antonio racconta la fine. L’inesorabile riorganizzazione. Nel 2009 la proprietà Marzotto “riorganizza” gli spazi, dismettendo lo stabilimento di Fara.

linificio canapificio faraSi parla ora di progetti di recupero, di interventi, di nuove funzioni per vecchi spazi. Noi ci muoviamo in punta di piedi sugli eleganti pavimenti della centrale, sbirciamo oltre i vetri rotti dei grandi edifici abbandonati. Sui muri qualche scritta a bomboletta, per terra pozzanghere di muschio.

Fuori, accanto al portone d’ingresso, campeggia una dedica. “Sei bella come l’antifascismo”.

Visitare il Linificio e la Centrale di Fara Gera d’Adda

Trovare un’occasione per visitare il Linificio Canapificio Nazionale o la centrale di Fara Gera d’Adda è raro. Le aperture e le visite sono in genere organizzate dalla Pro Loco o dall’Ecomuseo Adda di Leonardo.

Suggerisco di tenere d’occhio anche l’iniziativa Impresa Elettrizzante che permette in alcune giornate di visitare dei veri gioielli lungo l’Adda.

Appena avrò notizie della prossima edizione, la inserirò immediatamente nel mio articolo con gli eventi più interessanti del weekend in Lombardia, che aggiorno costantemente!

linificio canapificio fara

Cosa vedere a Fara Gera d’Adda

Anche senza accedere al Linificio, Fara è una meta insospettabilmente interessante. Puoi passeggiare tra le vie del villaggio operaio, ancora ben riconoscibile nonostante gli ammodernamenti, ammirare i murales sparsi per il paese o visitare la Basilica Autarena, fatta costrutire dal re longobardo Autari. Non tutti sanno che sotto il pavimento della Basilica ci sono delle tombe longobarde: un patrimonio incredibile, anche se al momento non (ancora) accessibile al pubblico.

Infine, l’Adda qui come lungo tutto il suo corso offre la possibilità di passeggiate piacevolissime, e all’ingresso del paese puoi anche attraversarlo lungo la passerella pedonale per giungere poi sull’alzaia della Martesana. Qui, puoi seguire il bellissimo itinerario tra due province di cui ho scritto su Eppen. Perché non approfittarne?

Alla prossima scoperta!
Lisa

 

 

Lisa

Viaggiatrice since 1992 e organizzatrice seriale di gite fuori porta.
Scrivo della mia Lombardia, che molti sbagliano a credere grigia e noiosa, e di fughe per il mondo

Articoli consigliati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *